Dalle arance di Sicilia agli agrumi esotici d’Oriente, un viaggio tra profumi, colori e benessere. Scopri come questi frutti speciali possono arricchire la tavola invernale e sostenere le difese naturali dell’organismo.
Nel periodo invernale, quando bisogna rafforzare il sistema immunitario e innalzare le difese contro influenze e malanni di stagione, gli agrumi sono tra i frutti più apprezzati per il loro profilo nutrizionale ricco di vitamine e per la loro grande versatilità in cucina. Le arance e i profumati mandarini sono tra gli agrumi più noti in Italia e rappresentano un validissimo alleato per affrontare la stagione fredda con gusto e benessere.
Ultimamente però, a questi agrumi tradizionali, se ne stanno affiancando altri provenienti da ogni parte del mondo, grazie ad un’alimentazione sempre più globale e internazionale. Si consumano sempre più spesso specie meno conosciute, che affascinano per i loro aromi e le forme particolari. In questo articolo facciamo un tour virtuale tra gli agrumi tradizionali e tra quelli più insoliti ed esotici, che possono arricchire la nutrizione nel periodo invernale.
Mandarini e arance: i classici che non passano mai di moda
Tra gli agrumi più amati e diffusi in Italia, i mandarini occupano un posto speciale. Dolce, profumato e facile da sbucciare, il mandarino è un frutto tipicamente invernale molto saporito e in grado di donare freschezza in bocca dopo un pasto. Ne esistono molte varietà, come il mandarino tardivo di Ciaculli, tipico della Sicilia, noto per la sua dolcezza e la presenza di oli essenziali nella buccia. Oppure c’è il satsuma, di origine giapponese, molto succoso e privo di semi. Può essere consumato come spuntino naturale, o utilizzato per marmellate e dessert leggeri.
Le arance sono invece le regine indiscusse degli agrumi, simbolo della stagione invernale. Tra le varietà più pregiate ci sono le arance rosse di Sicilia, celebri per il loro aroma intenso e per la tipica colorazione rossa rubino dovuta agli antociani, cioè potenti antiossidanti che rafforzano il sistema immunitario e combattono i radicali liberi. Le arance bionde, come la Navel o la Valencia, sono invece più dolci e delicate, perfette per spremute di succo al mattino. Le arance trovano ampio utilizzo anche in cucina, infatti si sposano bene con carni bianche o pesce e possono essere utilizzate in insalate o dolci.
Agrumi asiatici: antichi tesori dai sapori sorprendenti
Meritano una menzione gli agrumi asiatici, che si stanno diffondendo sempre di più nella cultura gastronomica italiana. Una delle varietà più note e affascinanti è lo yuzu, agrume giapponese che può essere considerato una via di mezzo tra un mandarino e un limone. La sua scorza, molto profumata, viene spesso utilizzata in cucina per aromatizzare piatti salati, dolci o bevande calde. Dallo yuzu nasce lo yuzuyu, un bagno caldo aromatizzato con questo frutto, che tradizionalmente si fa in occasione del solstizio d’inverno per allontanare il raffreddore e purificare il corpo.
Altro agrume tipico del mondo asiatico è il kaffir lime, caratterizzato da una buccia rugosa e foglie molto aromatiche, utilizzato principalmente nella cucina thailandese, balinese e laotiana. Le foglie di kaffir lime vengono spesso aggiunte a zuppe, curry e piatti a base di pesce per conferire un sapore fresco. Il frutto è troppo amaro per essere mangiato da solo, ma il suo olio essenziale è impiegato ampiamente nella cosmetica e nell’aromaterapia.
La mano di Buddha, l’agrume profumato portafortuna
Tra gli agrumi più curiosi c’è la cosiddetta mano di Buddha, considerata un portafortuna. Deve il suo nome proprio alla forma, in quanto presenta diverse sezioni che assomigliano a delle dita di colore giallo che si aprono come una mano in preghiera. Originario del Tibet e dell’India settentrionale, questo agrume non contiene praticamente succo. È infatti composto quasi interamente da scorza e albedo, la parte bianca, ma risulta particolarmente profumato.
In Asia viene utilizzato come offerta nei templi, simbolo di bontà e prosperità, ma anche come profumo naturale per ambienti e tessuti. In cucina la scorza candita è considerata una vera prelibatezza, così come la buccia che viene grattugiata per aromatizzare liquori, dolci e piatti gourmet.
Calamondin, la meraviglia delle Filippine
Un altro agrume affascinante è il calamondino, originario delle Filippine e diffuso nel Sud-Est asiatico. È un piccolo frutto che ricorda l’arancia, ma ha dimensioni simili ad una grossa oliva. La sua buccia è sottile, dolce e profumata, mentre la polpa è molto acida, simile a quella del lime.
Proprio per questo motivo è sconsigliato consumarlo fresco, ma viene impiegato soprattutto per preparare marmellate, salse e bevande rinfrescanti. Nella cucina asiatica il calamondino è usato per aromatizzare i piatti di pesce e carne. Inoltre la sua pianta è molto gradevole esteticamente, quindi può essere utilizzata come decorazione grazie ai suoi frutti color arancio che maturano tutto l’anno.
Finger lime: le perle di limone dell’Australia
Cambiamo continente e voliamo in Australia, dove nasce il finger lime, dalla forma allungata e sottile. È simile a un cetriolo e al suo interno racchiude piccole sfere, simili al caviale tanto da valergli anche il nome di caviale di limone, che esplodono in bocca rilasciando un’esplosione di succo. Questo frutto particolare è molto amato dagli chef alla ricerca di piatti gourmet e viene usato per insaporire piatti di pesce crudo, carpacci, ostriche e dessert raffinati. Le varietà spaziano nei colori, dal verde al rosso rubino, fino a tonalità dorate.