Con DE.CO. Story una 2 giorni del gusto dedicata alle eccellenze di Carpi
Carpi si prepara a raccontare la sua anima più autentica con “Carpi De.Co. Story”, l’evento che prenderà vista il 7 e 8 dicembre prossimi e che trasformerà Piazza Martiri in un laboratorio del gusto ricco di profumi, sapori e storie da scoprire. L’area di DeCoLandia, allestita nel cuore della città, diventerà il punto d’incontro tra produttori, appassionati e curiosi, tutti uniti dalla voglia di riscoprire le ricette che definiscono la tradizione gastronomica carpigiana.
L’iniziativa è stata organizzata dal Comune di Carpi insieme a SGP Grandi Eventi e Carpi Lab e punta a valorizzare le ricette storiche di origine comunale, coinvolgendo il pubblico in showcooking, degustazioni guidate di artigiani che da generazioni custodiscono il sapere della cucina locale e che non vedono l’ora di raccontare la loro storia per far promozione della cucina locale tradizionale, ma anche del territorio.
Da sottolineare che le Denominazioni Comunali d’Origine non certificano qualità come DOP o IGP, ma attestano autenticità, storia e appartenenza: ciò che rende un prodotto davvero rappresentativo di una comunità. In questo modo Carpi rafforza la propria identità culturale e gastronomica, creando nuove opportunità anche per il turismo e l’economia locale.
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7 dicembre con le specialità carpigiane: preparazioni tipiche dolci e salate
La prima giornata dell’evento si apre con uno dei simboli più apprezzati di Carpi: il Cappelletto. I mastri pastai di Pasta&Pasta mostreranno il loro lavoro quotidiano, spiegando come nasce una sfoglia perfetta, da cosa è costituito l’interno di questa pasta ripiena ricca e golosa, offrendo ai partecipanti un assaggio dedicato alla tradizione della pasta fresca.
Si prosegue con il Forno Borelli, dove i fratelli Maurizio e Paolo sveleranno la preparazione della loro celebre Stria e dell’iconico Bensone, raccontando tecniche e gesti che si tramandano di generazione in generazione.
La Stria (io ho assaggiato quella del Forno Borelli durante la conferenza stampa dell’evento), in particolare, merita un racconto a sé: è una preparazione salata antichissima, considerata uno dei pani che identifica la città di Carpi. Il suo nome “stria”, secondo la tradizione popolare, richiama la strega: ci spiegano durante la conferenza che un tempo l’impasto veniva usato dalle massaie per provare la temperatura del forno a legna: se cuoceva bene, significava che il forno era pronto per pane e focacce mentre se si bruciava “c’era la stria”, cioè un presagio da non sottovalutare.
Dal punto di vista gastronomico, la Stria è una sorta di focaccia rustica (qualcuno la paragona alla focaccia al formaggio ma non ci assomiglia proprio) preparata con 4 soli ingredienti farina, acqua, sale e strutto. Il risultato ricorda una focaccia sfogliata, anche se l’effetto finale non deriva da vere pieghe ma dalla lavorazione: l’impasto, una volta formato, deve riposare in frigorifero per diventare elastico e facilmente tirabile al matterello.
Il momento della cottura è uno spettacolo: in forno la Stria si gonfia, si riempie di bolle dorate e, una volta tiepida, sprigiona un profumo irresistibile. Ve lo confesso: smettere di mangiarla è stato veramente.
Il pubblico quindi potrà assistere alla cottura dal vivo di questa bontà e degustare la versione di Giulio De Caroli.

Spazio poi a due eccellenze De.Co. profondamente legate a Carpi: il Cotechino crudo della Salumeria Beltrami ottenuto da un impasto di carne suina, grasso suino e cotenna macinata ed insaccato in budello naturale.
Dopo essere stato insaccato per terminare la sua lavorazione va stufato, tecnica di posizionamento del prodotto su una pertica di legno in una stanza a temperatura controllata (50 gradi) per 12 ore per far si che il prodotto si asciughi e sia pronto per la vendita a crudo.
Per la vendita si può vendere sia libero incartato pronto per la cottura (in un paio di giorni) o sotto vuoto per metterlo in condizioni di avere una data di scadenza maggiore (all'incirca 30 giorni) in entrambi i casi la conservazione deve essere non superiore a +6° C
Ad accompagnarlo una deliziosa Mostarda fina di Carpi del Ristorante L’Incontro. Un abbinamento storico che rappresenta uno dei sapori più autentici della tradizione emiliana, una ricetta speciale che non prevede l’utilizzo di zuccheri aggiunti ma esclusivamente miele ed aromatizzata con la buccia d’arancia.
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E dulcis in fundo: il Bensone.
Si tratta di un lievitato dalla forma allungata, preparato con farina, uova, burro, zucchero e scorza di limone. Semplice e robusto, un tempo era un dolce casalingo che veniva intinto nel vino o nel latte; oggi è perfetto per una colazione sana e resta un simbolo di genuinità, profumato e rassicurante come le merende di una volta.
In questa occasione la pasticcera Annarè presenterà con orgoglio questo dolce semplice ma particolare.
Io queste bontà le ho assaggiate tutte e devo dire che, a parte la Stria e il Bensone che non conoscevo, mi sono piaciute tutte.
L’8 dicembre tra antiche tecniche
Il giorno dell’Immacolata è dedicato all’apprendimento delle tecniche che le resdore (in dialetto emiliano le "reggitore", "coloro che conducono" e cioè le mogli dei capofamiglia) hanno custodito per generazioni.
Eola Papazzoni guiderà un laboratorio gratuito sui Cappelletti, mostrando come lavorare la sfoglia e preparare il ripieno secondo tradizione. Le iscrizioni saranno disponibili online fino a esaurimento posti.
Le De.Co. come identità di Carpi
Il momento clou di Carpi De.Co. Story sarà la cerimonia di consegna delle targhe De.Co. in Piazza Martiri. Un’occasione speciale in cui il noto critico gastronomico Edoardo Raspelli accompagnerà i visitatori tra incontri, degustazioni e laboratori, guidando interviste ai produttori per raccontare le storie, la dedizione e la passione che si nascondono dietro ogni ricetta. Un vero viaggio dietro le quinte della cucina carpigiana, dove ogni prodotto De.Co. diventa protagonista del territorio.
Ma le iniziative non finiscono qui.
La manifestazione coinvolge l’intera città anche grazie alla campagna “Facce da De.Co.”, un progetto realizzato insieme a Carpi Lab che ha visto commercianti ed esercenti diventare i volti stessi dei prodotti De.Co., esposti nelle vetrine del centro storico.
Insomma, questa festa ad ingresso libero e che prevede tutte iniziative gratuite, comprese le degustazioni e gli incontri è stata pensata per riportare al centro della scena il patrimonio culinario della città e per celebrare ciò che la rende unica: la sua storia, la sua gente e i suoi sapori.
Cosa vedere a Carpi, dove mangiare a Carpi
Non è molto conosciuta, ma questa città, la seconda più grande della provincia di Modena, merita senza dubbio una visita perché offre un patrimonio artistico e culturale pronto a raccontare la sua storia secolare.
Una città che mi ha piacevolmente sorpresa.
Il cuore pulsante di Carpi è Piazza dei Martiri, una delle piazze più grandi e armoniose d’Italia, circondata da eleganti portici e palazzi storici, come il Palazzo dei Pio, residenza nobiliare che oggi ospita mostre ed eventi culturali.
Passeggiando per il centro storico si possono ammirare splendidi esempi di architettura rinascimentale e barocca, come la Chiesa di Santa Maria in Castello, con le sue origini medievali, conserva affreschi e opere sacre che testimoniano secoli di devozione e arte locale, diventando un vero scrigno di storia religiosa e artistica. Il Duomo di Carpi, dedicato a Santa Maria Assunta, si distingue per la facciata imponente e gli interni eleganti, che custodiscono dipinti e sculture di grandi maestri offrendo ai visitatori un viaggio nell’arte rinascimentale della città.
E queste sono soltanto alcune tra le bellezze che offre.
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Ristorante Il Carducci: ottima cucina carpigiana
Situato a pochi passi da Piazza Martiri è un ristorante che porta in tavola la tradizione emiliana con eleganza e genuinità.
Guidato con passione dalla famiglia che gestisce il locale, propone piatti caserecci come pasta fatta in casa, che ho visto preparare sotto i miei occhi in una visita precedente: gesti fatti con passione e grande maestria da esperte sfogline.
Qui abbiamo degustato i tortellini in brodo di cappone di una bontà senza pari, il famoso cotechino della salumeria Beltrami accompagnato da puré e mostarda e il Bensone del Forno Borelli con crema al mascarpone.
Il locale è proprio perfetto per chi ama i sapori veri e un’atmosfera semplice e familiare.
