EmiliaFoodFest: tradizione, sfide culinarie e tanta passione

Ho avuto la fortuna di partecipare alla conferenza stampa di presentazione di EmiliaFoodFest e posso dirvi che l’energia e l’entusiasmo che ruotano attorno a questa 4a edizione sono davvero contagiosi.
Dal 26 al 28 settembre, il centro storico di Carpi sarà dedicato alla gastronomia emiliana, tra profumi, sapori e ricette che raccontano una storia fatta di famiglia, tradizione e territorio.

Le sfide tra i fornelli
Tra i momenti più attesi, tornano le competizioni culinarie che rendono unico questo festival. Eccone alcune per darvi un’idea: sono sicura che dopo aver letto l’articolo ci farete un pensierino perché Carpi in quei giorni si trasformerà in un palcoscenico a tema food, ma vi garantisco che partecipare ad un evento così in una piazza suggestiva come quella di questa città emiliana appaga sia palato che vista.
- La Disfida degli Agriturismi metterà a confronto tre eccellenze locali – Agriturismo Opera 02, La Stumina e Fattoria Maria – impegnate nella preparazione del bensone, dolce tipico che profuma di casa.
- Spazio poi alla Champions League delle Tagliatelle al Ragù, con sfide a eliminazione diretta. Qui saranno i mattarelli guidati dalle maestre sfogline di 6 province emiliano-romagnole a sfidarsi per ottenere il titolo, naturalmente sotto la guida dell’infaticabile maestra Rina Poletti.
Il cappelletto, re della tavola carpigiana immancabile a Emilia FoodFest
Non poteva mancare la Disfida del Cappelletto Carpigiano: tre “rezdore” si sfideranno per conquistare il titolo di “Miglior cappelletto di EmiliaFoodFest”. La giuria valuterà tutto: dal ripieno alla sfoglia, fino a forma e dimensione, in perfetta coerenza con il disciplinare De.Co. (denominazioni comunali).
Che vinca la migliore!!
Vi svelo un segreto!
Dopo la conferenza stampa sono stata ad uno show cooking presso il ristorante Carducci di Carpi per imparare come si fanno i cappelletti carpigiani e i maccheroni al pettine.
Ora che conosco tutti i segreti sto già pensando di farli a casa mia: per i cappelletti tanta pazienza e tanta manualità ed il gioco è fatto, mentre per i maccheroni dovrò dotarmi dell’apposito attrezzo.
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La Maxi Rosetta: spettacolo e tradizione
Un momento davvero scenografico sarà quello della Maxi Rosetta: le sfogline dell’Accademia della Sfoglia, coordinate sempre da Rina Poletti, realizzeranno un’opera monumentale di pasta fresca, da ammirare per tutta la durata del festival.
Le De.C.O. e i sapori che raccontano una città
Durante l’evento, grande spazio anche ai prodotti a Denominazione Comunale (De.C.O.) di Carpi:
- il cotechino crudo della Salumeria Beltrami,
- la mostarda fina del Ristorante L’Incontro,
- la stria carpigiana dei forni Borelli e De Caroli.
Il tutto accompagnato da degustazioni guidate per scoprire la storia che si cela dietro ogni prodotto.
Esperienze per grandi e piccoli
EmiliaFoodFest ha sempre un occhio di riguardo per i più piccoli: in Piazza Martiri ci sarà un’area kids con una ludoteca itinerante dedicata ai giochi della tradizione popolare. E per chi vuole mettersi alla prova, il laboratorio Mani in pasta, curato dalle maestre sfogline dell’Associazione I Maccheroni al Pettine delle Valli Mirandolesi, permetterà a bambini e adulti di creare maccheroni al pettine da portare a casa.
Un tuffo nel mondo contadino
Infine, per chi ama la storia rurale, ci sarà l’esposizione di trattori d’epoca a cura dell’associazione Vintage Tractors di Carpi: un vero e proprio viaggio nel tempo tra fascino e tradizione contadina.
Dove mangiare a Carpi
Oltre a tutti gli assaggi dell’evento, per chi ama trascorrere un momento di relax al ristorante, vi suggerisco di provare il ristorante Tèra di Carpi.
Una realtà tutta familiare, un contesto piacevole proprio nel centro della città, dove emergono passione autentica, esaltazione dei prodotti del territorio e ospitalità.
Credo che attraverso il cibo si possano raccontare storie, trasmettere emozioni e custodire tradizioni. Ogni piatto di Tèra, infatti, è un racconto che parla di chi lo ha preparato o di chi lo ha insegnato. A noi resta il piacere di assaggiarlo.

Cosa ho degustato?
Il pranzo è iniziato con un grande classico della nostra terra: i salumi tipici, di una bontà davvero indescrivibile. Ad accompagnarli, lo gnocco fritto. Ma non uno gnocco qualunque: quello che mi hanno servito era una vera e propria nuvola, leggerissimo, fragrante, che si scioglieva in bocca al primo morso.
E in aggiunta delle morbidissime tigelle da gustare con stracchino e affettati.
Poi è arrivato il piatto che mi ha conquistata: i ravioli fatti in casa, serviti con pancetta croccante e una delicatissima spuma di salvia. Credetemi, quando un raviolo è fatto in casa lo si capisce subito! La sfoglia era sottile, leggera, perfetta per esaltare un ripieno ricco e gustoso che non ha bisogno di troppe parole per essere descritto.
E per finire, un dolce spaziale: una ricetta di famiglia tramandata dalla nonna, che ricorda un po’ il crème caramel ma con una marcia in più. La consistenza era più compatta, il gusto intenso, e quel caramello… aveva davvero qualcosa di speciale.
Un finale dolcissimo che ha chiuso in bellezza questa esperienza unica.
