Il ristorante Acquada di Sara Preceruti: a Milano i suoi gusti travolgenti

RISTORANTE ACQUADA: PIOGGIA DI SAPORI A MILANO
 

Prende il nome dal dialetto lombardo che si riferisce ad un acquazzone il ristorante Acquada di Milano.

E come l’acquazzone lascia il posto ad un cielo sereno sotto il quale tutto si rinnova così Sara Preceruti, la Chef alla guida di questo ristorante, mette nei propri piatti un arcobaleno di colori e di sapori pronti a sorprendere palati esigenti alla scoperta di ricercatezza e ottime materie prime.

Materie prime di grande qualità selezionate da lei personalmente nel panorama delle piccole realtà con una predilezione di tipicità appartenenti al territorio italiano, ingredienti che si diverte a studiare e sperimentare fino a quando non trova l’equilibrio perfetto che la soddisfa permettendole così d’inserire in cartala versione definitiva.

 

Giovane, solare e sorridente, un tipo deciso Sara.

Basti pensare che a soli 28 anni riceve una stella Michelin per la sua presenza a La Locanda del Notaio a Pellio Intelvi (CO), mentre nel 2013 viene giudica da Identità Golose la miglior Chef Donna.


    

 

Anche Carlo Cracco l’ha tenuta sotto la sua ala protettrice nell’associazione Maestro Martino: un’altra stelletta da appuntare alla sua casacca da Chef!

A gennaio 2020, giusto prima della pandemia, trasferisce il suo ristorante da Porlezza a Milano in via Villoresi, 16.

Oggi Acquada è nel panorama milanese un punto di riferimento della cucina d’eccellenza.

 

Una grande soddisfazione se consideriamo il fatto che Sara Preceruti è autodidatta.

Conosce ed è abile nelle tecniche di cucina, ma non ha una formazione particolare: si reputa uno spirito libero.

Dichiara infatti: “Certamente studio le tecniche, mai gli stili. Né ho libri di ricette o di altri chef, perché penso che la mia mente non debba essere condizionata. Devo mettere me stessa in ogni piatto, con tutte le sfumature del mio carattere. Per questo gioco molto con i contrasti: perché sono fatta così”.

 

Affiancata dal suo sous-chef Isao Sonoda, di origine giapponese, porta in tavola una cucina davvero all’avanguardia.


 

Ho avuto il piacere d’incontrare Sara Preceruti e di provare i piatti di Acquada e, come tutte le esperienze positive, sono felice di condividerla con voi.

 

Varco la soglia di Aquada e un’atmosfera rilassante mi avvolge fin da subito.

La location è sobria e ben ordinata, piccole sono le salette che accolgono i clienti. I coperti sono soltanto trenta: un numero perfetto per farsi coccolare.

Il color carta da zucchero alle pareti si alterna con il color panna per dar vita ad un insieme di colori discreti che regalano immediatamente momenti di relax.


 

Il vero protagonista, però, è il menu. Un menu che rappresenta la Chef in tutte le sue sfaccettature.

 

Amo i contrasti: di sapore, di consistenze, di forma e colore. Mi piace generare stupore, mi piace l’inatteso, mi piace che in bocca accada una magia e gli ingredienti rivelino il loro lato più giocoso e creativo, pur mantenendo l’equilibrio indispensabile o, forse, creando nuove forme di equilibrio”.

 

Un menu dinamico che rispetta in pieno la stagionalità degli ingredienti, si rinnova ogni tre mesi circa ed è in grado di sorprendere ogni volta chi desidera sperimentare una cucina di alto livello, ma anche divertente ed innovativa ma senza estremismi.

Quella di Sara Preceruti è una cucina italiana vivace ed istintiva che si basa su contrasti di sapori e di consistenze, ma anche di colori che pur essendo in antitesi trovano nei suoi piatti un equilibrio perfetto.


 

Un menu che mi ha coinvolta da subito, un percorso gastronomico intrigante che vi consiglio di provare.

Tra una portata e l’altra mi sono ritrovata a domandarmi: “E ora? Cosa mi aspetta?”. Curiosa di scoprire quale altra specialità mi avrebbe sorpresa.

 

E’ con gli antipasti che capisco fin da subito che sarei stata coinvolta in una indimenticabile esperienza culinaria, che vi consiglio di fare e dalla quale verrete piacevolmente stupiti.

 

Gli antipasti sono per me, da sempre, la parte del menu che più mi conquista e qui mi sono davvero divertita.

Si debutta con la pizza di vitello tonnato con tartare di tonno, ravanelli, pomodorini canditi e kiwi: un piatto che rappresenta in pieno la Chef con le sue origini piemontesi e tanti sapori bilanciati alla perfezione.

Il piatto che maggiormente mi conquista è il sandwich di triglia con cipolla in agrodolce, limone, barba dei frati, riso soffiato, crema di zafferano e bisque.

Ad accompagnare il tutto un vino agrumato suggerito da una giovane sommelier per donare ancor di più un maggior equilibrio a questo piatto.



      





E se gli antipasti sono un po’ come “la prima impressione è ciò che conta”, vi lascio immaginare il resto!

La sorpresa maggiore deriva dal risotto alla liquirizia abbinato al salmone marinato e affumicato con salsa allo yogurt e aglio orsino dove un Gewurztraminer démi-sec rinfresca il palato da questi sapori così diversi tra di loro eppure così uniti.




 

Vi sembra un piatto un po’ azzardato? Il segreto sta nel degustare insieme tutti gli ingredienti per cogliere al meglio l’equilibrio di sapori.

I risotti rappresentano le origini pavesi di Sara e sono la sua passione: piatti classici che reinterpreta e ai quali mette la sua firma, ma tra i primi piatti ama giocare anche con le paste ripiene e la pasta fatta a mano.

 

Molto particolari le orecchiette con asparagi, calamaretti spillo ripieni di farina di mandorle e acqua di pomodoro, olive croccanti.



 

 

I secondi spaziano dalla carne al pesce: dall’anatra al vitello, dalla faraona al piccione per arrivare ad ombrina e capesante o altri pesci

Ingredienti lavorati con estrema maestria, gusti e sapori ben interpretati capaci di trascinarmi in un’altra dimensione.

Il mio piatto preferito è stata l’ombrina in panure di olive su crema di piselli, asparago verde, limone candito.
 

 

Per concludere il dolce: “Il Gianduia veste rosso”, il piatto che maggiormente rappresenta la Chef e del quale va fiera.

A questo dessert ho lasciato il cuore!

Lei lo definisce “dolce non dolce”: un peperone baby ripieno di crema al gianduia, gelato al latte di capra e crumble di pastafrolla.



 

 

Non mancano poi i menu degustazione per farsi guidare in un itinerario degustativo che può essere accompagnato da un wine pairing basato su una cantina attentamente selezionata.

 

Io ci tornerei subito. Quanto a voi qui sotto lascio i dettagli per potervi prenotare e godere di un’esperienza unica.

 

 

 

Per ulteriori informazioni

Acquada

via Villoresi, 16 – Milano

Aperto dal lunedì al sabato - dalle 19:00 alle 24:00
Mob. 320 1909260
ristorante@acquada.com

Chiuso la domenica.

Il ristorante è aperto soltanto a cena e a pranzo su richiesta o per eventi.

 

 

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